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I dolci della tradizione pasquale in Abruzzo

fiadoni abruzzesi salati

La Pasqua è uno dei momenti più attesi dell’anno insieme al Natale. Questa celebrazione religiosa è fortemente sentita dagli italiani che da secoli tramandano di generazione in generazione riti e tradizioni del periodo pasquale. Ogni regione della nostra bella penisola ha le sue usanze e tradizioni di Pasqua secolari e i suoi dolci tipici pasquali.

La Pasqua, dunque, è l’occasione perfetta per visitare l’Abruzzo che si mostra in una delle sue vesti migliori: i borghi raggiungono picchi di straordinaria bellezza e i visitatori li raggiungono in un periodo ideale per scoprire le botteghe artigiane, le taverne tipiche, i prodotti della tradizione enogastronomica.

Come è possibile, del resto, rinunciare a una tradizionale colazione pasquale? Questa tradizione ancora presente e diffusa in Abruzzo, rappresentava un tempo il termine dei giorni di digiuno quaresimale e si attendeva il termine della Messa per allestire un festoso e ricco banchetto mattutino: durante lo Sdijuno, si mangiano fiadoni salati, pizze rustiche, pupe e cavallucci di pasta nera, fiadoni dolci, pizza di ricotta, salame, frittate, dolcetti di ogni tipo che allettano i palati sulla tavola imbandita e decorata. Non mancano certamente le uova, simbolo di resurrezione, della vita che rinasce, utilizzate anche per decorare tanti dolci pasquali tra cui i tradizionali cavallucci e le pupe di pasta nera. Andiamo allora a vedere una breve carrellata di dolci tipici pasquali della nostra terra.

3 dolci tipici della Pasqua abruzzese

#1 Pizza di Pasqua dolce

La Pizza di Pasqua è un dolce dalla lunga preparazione la cui forma ricorda quella di un panettone. La particolarità di questo prodotto è proprio la forma, data dallo stampo particolare in cui si fa lievitare e poi cuocere in forno: originariamente in coccio, oggi in alluminio, esso presenta una forma svasata. Secondo la tradizione religiosa la pizza di Pasqua dovrebbe essere preparata il giovedì o il venerdì santo per poter essere mangiata solo a Pasqua, terminato, cioè, il periodo di digiuno e di astinenza dettato dalla quaresima. Una volta pronta, poi, si era soliti portare la pizza di Pasqua in chiesa, affinché venisse benedetta assieme agli altri cibi da consumarsi il giorno di Pasqua.

#2 Pupe e cavalli di pasta nera

Ogni anno mamme e nonne abruzzesi durante il periodo di Pasqua sfornano i tipici dolci di “pasta nera”, realizzati con cacao e mandorle e che assumono la forma di pupe, per le bambine, e di cavalli, per i maschietti. La pupa, nella sua forma, ricorda molto la tipica conca abruzzese, il contenitore di rame con cui le donne andavano a prendere l’acqua alla fonte, e viene rappresentata con le mani poggiate alla vita e i fianchi larghi. Quella della pupa e del cavallo di pasta nera, è una tradizione che si è conservata immutata negli anni, ricordando l’antica usanza di conferire al tipico impasto dei biscotti, arricchito con le mandorle, una forma diversa e spiritosa in occasione del periodo pasquale.

#3 Fiadone abruzzese

Nel periodo di Pasqua non potete non assaggiare i Fiadoni, un grande raviolo salato (che si presenta spesso anche nella versione dolce) con un ripieno di formaggio e altri ingredienti scelti a seconda della provincia. Le origini sono rinascimentali, da collocarsi probabilmente ai tempi del famoso cuoco Cristoforo di Messisbugo che lavorò per buona parte della sua carriera presso la corte ducale degli Estensi a Ferrara. La ricetta venne poi importata in Abruzzo, quasi certamente perché prevedeva l’uso dello zafferano, per la cui produzione la tradizione aquilana era già all’epoca particolarmente conosciuta e apprezzata.

Per quanto riguarda l’etimologia del nome invece fiadoni deriva dal tedesco “fladen” (cosa gonfia), latinizzato prima in “flado” e poi in “fiadone”. In dialetto abruzzese sono da tutti conosciuti come “li fiadune”. Sia nella versione salata che in quella dolce, i fiadoni, assieme a tutti gli altri dolci della tradizione pasquale abruzzese, sono il simbolo di tradizioni culinarie che l’Abruzzo preserva con estremo orgoglio. A voi, dunque, l’arduo compito di scoprire il vostro dolce pasquale preferito!

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