“Su di essa, un altare per le ninfe”
Con questa citazione il poeta statunitense Ezra Pound descrisse la magnificenza della Fontana delle 99 cannelle, detta anche della Rivera. Un monumento storico dell’Aquila, situata nella zona della Rivera, una delle più antiche del centro storico, a ridosso del fiume Aterno.
E’ sicuramente una delle tappe da non perdere se si viene in vacanza in Abruzzo, luogo simbolo del capoluogo regionale, carico di tradizione, storia e fascino.
La Fontana delle 99 cannelle
Storia
Attorno al monumento ci sono una serie di leggende e misteri che rendono la Fontana ancora più interessante. E’ costituita da novantatré mascheroni in pietra e sei cannelle singole, dalla maggior parte dei quali sgorga l’acqua. Secondo la tradizione, i mascheroni (tutti diversi tra loro) rappresenterebbero allegoricamente i signori dei novantanove castelli che, nel XIII secolo, parteciparono alla fondazione dell’Aquila. La città sarebbe infatti costituita di novantanove piazze, novantanove chiese e novantanove fontane, ciascuna riferita al castello di riferimento.
Essa fu probabilmente eretta su progetto dell’architetto Tancredi da Pentima nel 1272, a pochi anni dalla seconda fondazione della città, come testimoniato dalla lapide sita sulla parete di fronte al cancello d’ingresso:
“ANNO DOMINI MCCLXXII
MAGISTER TANCREDUS DE PENTOMA DE VALVA FECIT HOC OPUS”
Secondo alcuni studiosi invece l’attuale aspetto della fontana risale interamente al XV secolo. Quel che è certo è che la zona oggi detta della Rivera, corrispondente a un antico castello denominato Acquili, dal quale deriva il nome della città, costituiva all’epoca della fondazione un’area strategica per quanto riguarda l’abbondanza di acqua e le numerose attività artigianali che vi si erano insediate.
Descrizione
Il perimetro della fontana, che per un lato si appoggia alla cinta muraria della città, è caratterizzato dall’intreccio di masselli di pietra bianca e rosa tratta dalla vicina cava di Genzano di Sassa, dalla tipica composizione a scacchiera, presenti anche nella facciata della basilica di Santa Maria di Collemaggio e in altri monumenti dell’Aquila. È costituita da cinque vasche poste su livelli differenti e leggermente sfalsati tra loro, sulla più alta delle quali viene immessa l’acqua tramite appositi mascheroni. Questa struttura era appositamente studiata per consentire il lavaggio del bucato che vi avvenne quotidianamente sino ai primi decenni del XX secolo. A pianta trapezoidale di notevole impatto prospettico, originariamente era costituita da un elaborato sistema simbolico astrologico ripetuto anche nelle aggiunte del 1582 ad opera di Alessandro Ciccarone. La fontana si sviluppa su tre fronti ed è posta ribassata rispetto alla sede stradale; sul lato aperto termina con una scalinata che guarda la medievale chiesa di San Vito.
Misteri e leggende
Un mistero legato all’opera riguarda la sorgente di alimentazione, tenuta volontariamente segreta per evitare che un castello piuttosto che un altro ne rivendicasse la paternità, tanto da spingere a giustiziare il progettista affinché non la rivelasse a nessuno; secondo la leggenda le spoglie di Tancredi da Pentima sono tuttora poste al di sotto della pavimentazione della fontana. Ma la sorgente della fontana è con ogni probabilità posta nelle vicinanze della chiesa di Santa Chiara, sul lato nord-orientale della zona della Rivera.
Tra tutti i mascheroni della Fontana, di particolare interesse è quello posto sull’angolo destro raffigurante un uomo con la testa di pesce che farebbe riferimento a una favola medievale nota come leggenda di Colapesce e, di conseguenza, permette di ricollegarla al nome di Federico II di Svevia, a cui si vorrebbe legata la fondazione della città (in realtà, la fondazione della città si deve a suo figlio, l’imperatore Corrado IV e risale agli anni dal 1254 al 1266, quando Federico II era già morto).
Nel 2009 la Fontana ha riportato lievi danni in seguito al terremoto. Il suo restauro, volto al consolidamento strutturale dell’opera e la pulitura del rivestimento lapideo e delle vasche, è stato patrocinato dal Fondo per l’Ambiente Italiano e finanziato, quasi interamente, da donazioni. La fontana è stata riaperta al pubblico il 16 dicembre 2010.
Conoscevi la storia di questo monumento? C’eri già stato? Quale altro luogo senti di consigliarci?

Giornalista e copywriter. Studentessa universitaria di Lettere moderne. Attualmente frequento un Executive Master in Digital Marketing & Social Media Communication. Ho collaborato con il quotidiano “Il Centro” e varie testate locali online occupandomi di cronaca e interviste. Lavoro come addetto stampa presso Enti e aziende. Testarda e ironica. Mi piace tutto ciò che è arte.